Il Centro Siciliano Acufene ospite su Odeon TV: una “eccellenza italiana”
Un’eccellenza nella diagnosi, cura e riabilitazione dall’acufene. Per questo motivo il Centro Siciliano Acufene, guidato dalla dr.ssa Daria Caminiti, è stato ospite della trasmissione “Eccellenze Italiane – La differenza che fa la differenza”, appuntamento quotidiano di Odeon TV dedicato a professionisti e realtà che sono riusciti a eccellere e fare la differenza nel proprio ambito. In collegamento con la conduttrice Nina Sicilia, alcuni membri dell’equipe del CSA: la responsabile del progetto Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria e allergologia; l’osteopata Gianluca Barca e la biologa nutrizionista Maria Teresa D’Agostino.
«L’acufene è la percezione di una sensazione uditiva anomala, in assenza di stimoli esterni, di fischio localizzata in uno o entrambe le orecchie oppure al centro della testa. Stiamo parlando di una patologia che interessa quasi il 10% della popolazione mondiale. L’origine dell’acufene è complessa e le cause possono essere molteplici: vascolari, traumi cranici, cause psicoemozionali, alterazione dell’articolazione temporo-mandibolare, stress, patologie organiche e metaboliche, patologie delle vie nervose, patologie dell’orecchio esterno, medio ed interno», ha spiegato la dr.ssa Caminiti, autrice del libro “Acufene, quel maledetto fischio”, edito dalla Maurfix. Il CSA dal 2010, attraverso un approccio multidisciplinare, è impegnato nell’ambito della ricerca scientifica dei meccanismi biofisici, psico-neurologici e biologici che provocano il disturbo.
Negli anni il Centro Siciliano Acufene ha messo a punto vari protocolli farmacologici, riabilitativi e chirurgici per il trattamento dell’acufene e per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
E del protocollo nutrizionale ha parlato la biologa nutrizionista Maria Teresa D’Agostino, esperta in nutrizione clinica, bariatrica e sportiva. «L’orecchio, però, non è l’unico responsabile dell’acufene: l’intero organismo svolge un ruolo di primaria importanza nella genesi del disturbo. Tra le cause rientrano anche le patologie cardiovascolari, nello specifico quei disturbi di natura circolatoria e vascolare in grado di inficiare il fisiologico funzionamento dell’apparato uditivo come ad esempio malformazioni artero-venose, aneurismi, ipertensione arteriosa e arteriosclerosi. Esistono numerosi fattori di rischio che determinano tali patologie e tra questi, dal punto di vista nutrizionale, è l’aumento del colesterolo Ldl. Ciò può essere causato, oltre che da fattori congeniti e dalla presenza di altre patologie, spesso anche da uno stile di vita non sano. Gli alimenti incriminati sono principalmente i grassi animali. Dal punto di vista nutrizionale la letteratura scientifica ha evidenziato diversi composti chimici di uso comune, presenti negli alimenti, come potenziali induttori o facilitatori di acufene. Tra questi si annoverano: gli addolcitori utilizzati in sostituzione degli zuccheri e gli esaltatori di gusto come il glutammato monosodico (sale sodico dell’acido glutammico), un amminoacido naturale presente in quasi tutti gli alimenti. Focalizzarsi su questi costituenti alimentari è fondamentale là dove il problema dell’acufene si genera da squilibri idroelettrolitici».
L’insorgenza di acufene, pur essendo abitualmente ascritta alle affezioni dell’orecchio, può essere determinata da disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare che richiedono l’intervento dell’ortodontista in stretta collaborazione con l’osteopata.
L’osteopata Gianluca Barca ha parlato dei trattamenti osteopatici che agiscono sulla componente muscolo-scheletrica della base della testa e dell’area cervicale in grado di ripristinare la corretta funzionalità dell’articolazione temporo-madibolare. «Una disfunzione osteopatica della mandibola può influenzare, in maniera diretta o indiretta, il corretto funzionamento dell’orecchio, e può essere causa o adattamento di uno squilibrio. La proposta osteopatica è mirata alla valutazione e al trattamento funzionale delle strutture cranio-cervicali, ed in particolare dei legamenti e dei muscoli che collegano l’orecchio alla mandibola. L’obiettivo dell’osteopata mediante le tecniche manuali, strutturali, miofasciali, viscerali e cranio-sacrali è quello di ripristinare la corretta fisiologia e funzione di tutti quegli elementi che sono all’origine dell’acufene. Solo dopo la valutazione osteo-gnato-posturale, viene impostato, insieme con l’ortognatodontista, il piano di trattamento osteopatico. È bene precisare che l’osteopatia non è risolutiva in caso di acufene ma, se complementare alla terapia medica, può di certo essere utile nel miglioramento della qualità di vita».
Per chi non ha potuto seguire in diretta la puntata ecco gli interventi dell’otorinolaringoiatra Daria Caminiti, dell’osteopata Gianluca Barca e della biologa nutrizionista Maria Teresa D’Agostino.