Il Centro Siciliano Acufene (CSA), guidato dal 2010 dalla dott.ssa Daria Caminiti specialista in otorinolaringoiatria e allergologia, si occupa della diagnosi, della terapia e della riabilitazione dell’acufene.
Attraverso un approccio multidisciplinare il CSA è impegnato nell’ambito della ricerca scientifica dei meccanismi biofisici, psico-neurologici e biologici che provocano il disturbo.
Negli anni ha messo a punto vari protocolli farmacologici, riabilitativi e chirurgici per il trattamento dell’acufene e per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
FAQ
Che cos’è l’acufene?
L’acufene viene definito dall’American National Standards Institute come “la percezione di un suono in assenza di una stimolazione sonora”. È solitamente un fenomeno soggettivo, cioè avvertito solo dall’interessato. In alcuni casi si può definire oggettivo, quando sia udibile da altre persone oltre a colui che ne soffre. La condizione è spesso valutata clinicamente su una semplice scala da “lieve” a “grave” in base agli effetti che esso comporta, come ad esempio l’interferenza con il sonno e con le normali attività quotidiane.
Si può guarire dall’acufene?
Sì. L’obiettivo dei pazienti acufenici deve essere quello di imparare a convivere con questo disturbo fino ad arrivare a diminuire la percezione e ridurre l’effetto dell’acufene al di sopra della soglia di sopportazione di ciascun paziente.
Cosa provoca l’acufene?
L’orecchio svolge un ruolo importante, ma tutto l’organismo può contribuire a generare e mantenere l’acufene. Le cause, quindi, possono essere molteplici: otologiche, vascolari, odontoiatriche, virali, metaboliche, neoplastiche e psicologiche. Per quanto riguarda le cause che interessano l’orecchio dobbiamo distinguere quelle che riguardano l’orecchio esterno (tappo di cerume, otite esterna e osteoma); l’orecchio medio (otite media catarrale, otite acuta, otite cronica con perforazione della membrana timpanica, otite cronica colesteatomatosa e otosclerosi) e l’orecchio interno (trauma acustico acuto e cronico, sordità idropiche fluttuanti, sindrome di Ménière, sordità improvvisa, barotraumi, presbiacusia, fratture della rocca petrosa, sordità da farmaci ototossici). Diverse patologie organiche e metaboliche come ipertensione arteriosa, diabete, patologie tiroidee, ipercolesterolemia e disturbi cardiocircolatori, malattie immunitarie e patologie neoplastiche possono contribuire a mantenere questo fastidioso disturbo. Anche disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare o della colonna vertebrale possono essere associate alla presenza di acufene. Numerosi farmaci, anche di uso comune, possono avere effetti tossici per l’orecchio e provocare o peggiorare gli acufeni.
Che cos’è la Sindrome di Ménière?
La malattia di Ménière è un disturbo dell’orecchio interno che provoca episodi di vertigine oggettiva (l’ambiente sembra ruotare intorno alla persona), ipoacusia fluttuante, acufeni, sensazione di orecchio pieno, spesso accompagnati da nausea e vomito. Questi sintomi si presentano come “crisi” episodiche, che possono durare da 20 minuti a 24 ore e più. Nella maggior parte dei casi interessa un solo orecchio e può verificarsi in qualsiasi età. Non esiste un esame diagnostico affidabile. Le vertigini e la nausea sono trattate sintomaticamente con anticolinergici o benzodiazepine durante gli attacchi acuti.
L’uso prolungato del cellulare può causare acufene?
Sempre più giovani riferiscono acufene cronico a seguito di esposizione, anche per breve tempo, a intensità sonore elevate oltre i 95 dB o a rumori d’intensità inferiore ma per periodi prolungati, e a seguito del largo uso del cellulare. Queste condizioni devono agire ovviamente su un fattore genetico predisponente per poter determinare un danno irreversibile delle cellule ciliate della coclea determinando ipoacusia e acufene a seguito del tentativo di riparazione e rigenerazione, creando nuovi contatti neuronali o sinapsi eccitatori e inibitori, da parte del sistema nervoso centrale.
Quali esami fare per l’acufene?
La diagnosi è fondamentale per indagare la causa che genera l’acufene e trovare una terapia efficace e adatta al singolo paziente. Il primo passo è sottoporre il paziente ad un esame “obiettivo” di valutazione della membrana timpanica del paziente. Dopo aver ricostruito l’anamnesi del paziente si passa ad effettuare gli esami soggettivi: l’esame audiometrico liminare, che valuta l’intellegibilità verbale, e l’esame audiometrico vocale, che valuta la capacità uditiva.
Si sottopone il paziente a tutti gli esami strumentali d’indagine audiologia:
– l’esame impedenzometrico, un esame oggettivo che studia il riflesso stapediale e rileva eventuali anomalie della catena ossiculare;
– il test dei potenziali evocati uditivi (ABR), un esame oggettivo che valuta la soglia uditiva e identifica la sede della lesione lungo la via uditiva nervosa;
– il test delle otoemissioni acustive (DPOAE), un esame oggettivo che permette di rilevare la regione della coclea anche minimamente lesionata;
– l’acufenometria, un test soggettivo che determina la tonalità e l’intensità dell’acufene.
Successivamente si passa agli esami radiologici: in particolare la risonanza magnetica funzionale (FMRI), l’angiorisonanza, la Tac delle rocche petrose, la magnetoencefalografia, (PET).
Come curare l’acufene?
La terapia dell’acufene prevede un approccio multidisciplinare che vede collaborare la figura dell’otorinolaringoiatra con quelle dell’audioprotesista, del psicoterapeuta, dell’ingegnare biomedico, dell’osteopata, dell’ortodontista, del nutrizionista, dell’internista, del neurologo, del chirurgo vascolare e dell’angiologo e del neuroradiologo. La terapia dell’acufene si avvale di terapie farmacologiche classiche, come ansiolitici e antidepressivi, lidocaina e sedativo-ipnotici (studi recenti hanno confermato che l’uso di tali sostanze determina un peggioramento del sintomo), terapie farmacologiche complementari e alternative come vitamine e antiossidanti, terapie non convenzionali come TENS, agopuntura, ipnosi e terapie fisiche, terapie psicologiche, stimolazione magnetica transcranica che modula l’attività neuronale del cervello attraverso un campo magnetico anche se con risultati mediocri ad oggi sul sintomo, laser terapia e TRT.
Che cos’è la TRT?
La terapia del suono consiste in una stimolazione acustica eseguita con l’ausilio di generatori di suoni, ambientali, personali, amplificatori protesici, i quali determinano un mascheramento totale o parziale dell’acufene. La stimolazione acustica, sfruttando la plasticità neuronale, attiva dei meccanismi di rimodellamento delle vie uditive che si traduce in allenamento e abitudine all’acufene da parte del paziente, il quale ottiene un notevole miglioramento della sua qualità di vita. La TRT è una terapia di riallenamento o di riprogrammazione dei filtri cerebrali, sottocorticali, con finalità di amplificare o attenuare i segnali sonori prima di inviarli al cervello, riducendo o eliminando il fastidio dell’acufene. La TRT deve essere impostata e seguita da personale medico esperto in terapia degli acufeni e costantemente aggiornato. Le fasi che inducono l’abitudine sono il “counseling riabilitativo”, che consiste in una seduta di apprendimento dei meccanismi neurofisiologici della TRT, e la terapia del suono, che si effettua con diversi dispositivi sonori.