Centro Siciliano Acufene
Diagnosi, Terapia e Riabilitazione
Il CSA dal 2010 si occupa della diagnosi, della terapia e della riabilitazione dell’acufene. Attraverso un approccio multidisciplinare il Centro Siciliano Acufene è impegnato nell’ambito della ricerca scientifica dei meccanismi biofisici, psico-neurologici e biologici che provocano il disturbo. Negli anni ha messo a punto vari protocolli farmacologici, riabilitativi e chirurgici per il trattamento dell’acufene e per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Il sintomo acufene è difficile da studiare e dunque da trattare poiché a determinarlo può essere una o più cause. Dunque, per risolvere il disturbo bisogna indagare le singole cause e trattarle contemporaneamente per ottenere risultati soddisfacenti e il miglioramento della qualità della vita del paziente. L’acufene è un sintomo invalidante, che azzera la qualità di vita del paziente che diviene spesso depresso, insonne, irrequieto, con tendenza a non vivere la vita sociale, con tendenza ad isolarsi per ricercare erroneamente il silenzio, con scarsa capacità di concentrazione, con scarsa voglia di vivere la famiglia e l’ambiente lavorativo, con tendenza a gesti irreparabili: il paziente acufenico non vive più!
Proprio perché l’acufene è generato da più cause è necessario che il paziente, per ottenere risultati, si rivolga ad una equipe multidisciplinare.
Il Centro Siciliano Acufene si avvale di una equipe in cui lavorano a stretto contatto l’otorinolaringoiatra, l’audiologo, l’audioprotesista, l’ingegnere biomedico, lo psicoterapeuta, l’ortodontista, l’osteopata,il biologo nutrizionista, il radiologo, il neurochirurgo, il cardiologo, il reumatologo. Il Csa nasce dieci anni addietro proprio per questo motivo, ossia prendersi carico del paziente acufenico, che verrà seguito a ruota da tutti questi specialisti, dal momento in cui arriva alla nostra osservazione per formulare una diagnosi corretta, senza margine di errore, sino all’indicazione del trattamento mirato per ciascun paziente, ma anche successivamente nel tempo. Non si può trattare l’acufene se non in una equipe multidisciplinare poiché solo l’otorinolaringoiatra potrebbe diagnosticare patologie dell’orecchio e non cranio-mandibolari, nutrizionali, neurochirurgiche, vascolari, cardiologiche, psicologiche etc. Ancora peggio gli audioprotesisti, che possono vendere protesi acustiche, non possono prescrive farmaci o esami diagnostici e quindi non possono trattare l’acufene, tra l’altro l’acufene non si tratta con protesi acustiche. Per essere vincenti bisogna creare una equipe multidisciplinare, i cui medici specialisti lavorino a strettissimo contatto in una unica struttura, senza fare impazzire il paziente facendolo girare nei vari studi medici o ambulatori medici.
L’equipe del Csa lavorando a stretto contatto, dopo aver preso in carico il paziente, studia ogni singolo caso, esegue settimanalmente dei briefing in modo da progettare una diagnostica strumentale corretta ma soprattutto un trattamento mirato per ciascun paziente.
Il paziente che perviene al Csa verrà subito visitato dall’otorinolaringoiatra, dall’audiologo, e dall’audioprotesista, verrà sottoposto ad indagini strumentali di primo livello ossia esame audiometrico tonale e vocale, esame impedenzometrico, prove di funzionalità vestibolare, prove di funzionalità cranio-cervico-mandibolare, otomicroscopia, endoscopica delle alte vie respiratorie, compilazione del THI. Qualora il caso del paziente richiedesse esami audiologici di secondo livello si eseguiranno le otoemissioni acustiche, il potenziale evocato uditivo, il video Head Impulse Test. Si studieranno i referti di questi esami e se necessario verranno prescritti esami mirati radiologici dell’orecchio e dell’encefalo, delle arterie e dei nervi, con indagini strumentali eseguiti con strumenti all’avanguardia. Qualora durante la visita, dopo aver raccolto la storia del paziente, si evincesse alterazioni del distretto cranio-mandibolare entrano in gioco l’ortodontista, il tecnico ortodontista e l’osteopata. Qualora si scopra che a generare l’acufene è una patologia autoimmunitaria, per esempio la fibromialgia, entra in gioco anche il nostro reumatologo e la nostra nutrizionista clinica. Qualora la causa è cardiologica ci affiancherà il nostro cardiologo e spesso il nostro neurochirurgo di riferimento poiché spesso si riscontrano cause neurovascolari che richiedono il trattamento sinergico di queste figure. Se durante la visita si diagnosticano malattie metaboliche oltre allo specialisti di riferimento in relazione alla patologia diagnosticata entrerà in gioco in maniera importantissima il lavoro della biologa nutrizionista. La psicoterapeuta è la figura cardine del CSA sia in ambito diagnostico ma soprattutto terapeutico affiancando ciascun specialista della equipe nei casi in cui vi è la necessità.
I trattamenti sono molteplici e vengono adeguati alle necessità del singolo paziente.
I protocolli messi in atto dal Csa sono frutto di studi scientifici ultimati o ancora in atto, condivisi con aziende farmaceutiche soprattutto locali, centri radiologici, officine ortodontiche, laboratori di analisi biochimiche scelti per essere eccellenze territoriali. I trattamenti non sono standardizzati dunque, ma variano da caso a caso: sono, come diciamo spesso, vestiti sartoriali cuciti su misura per ciascun paziente. Vi sono tantissimi protocolli farmacologici, trattamenti riabilitativi sonori dal semplice mascheramento alla terapia sonora per eccellenza TRT che bisogna saper eseguire con accuratezza, trattamenti riabilitativi cranio-cervico-mandibolari, trattamenti riabilitativi psicoterapeutici, trattamenti nutrizionali, trattamenti chirurgici qualora la causa responsabile dell’acufene si può risolvere solo con la chirurgia.
Il Csa da oltre dieci anni continua a studiare e a produrre seri protocolli per garantire al paziente soluzioni sempre più innovative, risolutive, non invasive, moderne e all’avanguardia.
Tutto ciò si può fare solo con tanto dispendio di energie, con studio continuo e con tantissimo amore per il proprio lavoro a discapito della propria vita. Il Csa, nel 2019, ha messo nero su bianco parte del percorso fatto in dieci anni nel libro “Acufene, quel maledetto fischio”, e sta lavorando ad un brevetto ortodontico che sarà utile per quei pazienti con acufene e disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare. Oggi l’acufene con costanza e seguendo il giusto percorso diagnostico-terapeutico si può trattare!