Acufene approccio osteopatico

Il trattamento osteopatico per l’acufene

L’approccio osteopatico ha una considerazione globale dell’individuo e di come le alterazioni di alcune strutture possano dare origine a uno stato disfunzionale, traducendosi in sintomi di dolore e di fastidio. Considerando che l’acufene non ha un’origine unica e definita su cui intervenire in modo mirato, l’approccio globale dell’osteopatia è tra i più efficaci. Il tinnitus o acufene è una percezione sonora in assenza di stimolazione fisiologica dei recettori della coclea, definita dal paziente come “un fischio, un sibilo, un fruscio”.

Alcuni tipi di acufeni possono derivare da disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (Atm) di tipo funzionale, che richiedono un trattamento osteopatico associato al trattamento ortodontico e gnatologico.

Una disfunzione osteopatica della mandibola può influenzare in maniera diretta o indiretta il corretto funzionamento dell’orecchio, è può essere causa o adattamento di uno squilibrio ascendente, discendente o misto delle catene muscolari. La mandibola e la lingua insieme con l’osso ioide, influenzano principalmente la catena muscolare anteriore, mentre l’osso mascellare in sinergia con le altre ossa del cranio, maggiormente la catena muscolare posteriore. Per la stretta sinergia strutturale tra il cranio, la mandibola e la colonna vertebrale e le sue connessioni con le altre parti del corpo, le disfunzioni osteopatiche funzionali in queste strutture possono generare ripercussioni anche a distanza, e potrebbero contribuire a modificare anche l’appoggio del piede.

Muovendo anche solo un componente della struttura si modifica tutto il sistema. La proposta osteopatica è mirata quindi alla valutazione e al trattamento funzionale delle strutture cranio-cervicali, agendo sulla componente muscolo-scheletrica della base della testa e dell’area cervicale.

Il legamento di Pinto collega, chiamato legamento anteriore del martello, collega l’orecchio medio alla mandibola. Questo legamento percorre la cavità dell’Atm e la cavità dell’orecchio, collegando il martello alla parte posteriore del disco. Il disco così viene forzatamente spostato in avanti, causando uno stato di continua tensione sul martello. Il cattivo funzionamento dell’orecchio può dipendere da queste tensioni legamentose, dove la membrana timpanica potrebbe essere sensibilizzata. Inoltre, anche a livello muscolare c’è un collegamento tra orecchio esterno e articolazione temporo- mandibolare tramite il muscolo pterigoideo.

Da questa breve descrizione anatomica si evince che in alcuni pazienti le problematiche dell’udito, come l’acufene, o le alterazioni dell’equilibrio, come alcuni tipi di vertigini periferiche, possono essere conseguenti a disfunzioni dell’Atm.

Esiste una certa varietà di valutazione diagnostica in merito agli acufeni, ma i test che interessano la valutazione osteopatica e gnato-posturale sono: il test alla Verticale di Barrè, l’esame al podoscopio, il test di Romberg Posturale, il test di Fukuda della marcia sul posto, l’esame baropodometrico, il test dei rotatori esterni, i test di convergenza oculare, i test craniali, l’esame stabilometrico, i test specifici dell’Atm e i test della deglutizione.

L’osteopata mediante le sue tecniche manuali, strutturali, miofasciali, viscerali e cranio-sacrali è in grado di riequilibrare tutto il sistema, ripristinando le condizioni fisiologiche del paziente.

Obiettivo dell’osteopata è quello di ripristinare la corretta fisiologia e funzione di tutti quegli elementi che sono all’origine dell’acufene mediante una serie di trattamenti che agiscono sulla componente muscolo-scheletrica della base della testa e dell’area cervicale, sulle membrane intracraniche (meningi) e sui fluidi che scorrono nell’ambito di queste strutture. In particolare il trattamento osteopatico prevede: la normalizzazione cranio-sacrali; il drenaggio del liquido cefalorachidiano; il drenaggio venoso della Dura Madre; il drenaggio dell’orecchio interno: il riequilibrio della sincondrosi sfeno-basilare; il riequilibrio del sacro; il riequilibrio generale delle ossa del cranio ed in particolare delle ossa temporali, suture e muscoli annessi; tecniche intra-buccali specifiche, tecniche specifiche osteopatiche in ambito otorinolaringoiatrico e stomatognatico; tecniche osteopatiche globale e il riequilibrio dei tre diaframmi.

Solo dopo la valutazione Osteo-gnato-posturale, viene impostato insieme con l’ortognatodontista, il piano di trattamento osteopatico.

Dopo il primo trattamento viene consegnato un protocollo di esercizi per la rieducazione dell’Atm da svolgere a casa. Nei trattamenti successivi, dopo aver rivalutato il paziente, se ritenuto opportuno si procede alla progettazione e applicazione di eventuali apparecchi ortodontici o gnatologici. Inoltre, per il raggiungimento di risultati positivi serve un monitoraggio costante del paziente con controlli periodici.

Il trattamento dei pazienti acufenici è molto complesso e richiede necessariamente un lavoro di squadra tra otorinolaringoiatra, ortognatodontista e osteopata poter raggiungere il miglior risultato terapeutico.