La testimonianza di Frida: «Come affrontare depressione e ansia da acufene»

«Era una notte del luglio 2020, quando improvvisamente ho sentito uno strano ‘rumore’ nell’orecchio, che ormai è sempre con me. Ho passato dei momenti veramente difficili, che mi spingevano a pensare di mettere in atto brutte azioni. Dopo svariate visite e prescrizioni di sedativi, finalmente ho scoperto il Centro Siciliano Acufene e la dottoressa Daria che grazie alla sua esperienza ed estrema accuratezza professionale mi ha dato speranza. Abbiamo iniziato un percorso di visite e terapie, che tuttora sto portando avanti e posso dire che lo sento molto meno, grazie anche all’assunzione del nutraceutico studiato dal team, sinergicamente al trattamento osteopatico, al protocollo nutrizionale e gnatologico. Con la loro gentilezza, disponibilità ed empatia tutti i dottori hanno saputo aiutarmi ad affrontare questo invalidante problema e ancora oggi mi stanno dando i giusti consigli per cercare di risolverlo».

La testimonianza di Frida vuole essere una iniezione di speranza per tutti coloro che ancora oggi pensano che dall’acufene non si possa guarire.

Frida è una giovane paziente che non riusciva più a gestire la propria vita con serenità, concentrazione, tranquillità soprattutto in uno dei momenti più importanti, come il conseguimento della laurea. La paziente era destabilizzata da un acufene intenso e persistente, che alterava le fasi fisiologiche della vita come il ciclo sonno-veglia, la concentrazione, i rapporti sociali e familiari. L’acufene era diventato un vero motivo di crisi, di momenti di ansia e altri di depressione, un momento nel quale, e ciò vale per quasi la totalità dei pazienti che accusano acufene, non riusciva a riconoscere se stessa.

La raccolta anamnestica è stata molto profonda ed intensa.

La nostra equipe ha cercato di non lasciare nulla al caso e abbiamo trattato non solo cause e concause, ma anche i segni o i sintomi di scarsa rilevanza clinica, seguendo la paziente anche a distanza rispondendo ai suoi messaggi o alle sue telefonate proprio perché davanti a una situazione molto complessa. A questi livelli si tocca il fondo, il paziente non vede più luce in fondo al tunnel, non si sente considerato e capito, e soprattutto è convinto che non ci siano soluzioni per venirne fuori da quello che diventa un circolo vizioso alimentato da ansia e stress.

Trattare l’acufene è davvero tanto tanto difficile, richiede empatia per il paziente e tra i diversi medici della equipe, richiede pazienza, richiede forza d’animo, richiede sensibilità e soprattutto esperienza e studio continuo.

Frida è stata bravissima perché ha seguito, da subito, tutti i consigli dell’equipe del Csa, i protocolli prima diagnostici e poi riabilitativi mirati per il suo caso. Ha instaurato un rapporto empatico e collaborativo con l’equipe che ha velocizzato in un certo senso l’arrivo dei risultati prefissati. Frida ormai è alla fine del percorso riabilitativo. Il suo caso era abbastanza complesso da gestire poiché vi erano molte concause, di cui una è ancora in fase di risoluzione, ma è riuscita ad ottenere una qualità di vita assolutamente migliore, a raggiungere un grado di tranquillità necessaria per concentrarsi ed impegnarsi nello studio e nella stesura della tesi arrivando finalmente a conseguire la laurea.