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Vestibular Paroxysmia: un conflitto neurovascolare che genera acufene

Vestibular Paroxysmia: un conflitto neurovascolare che genera acufene

Acufene, ipoacusia, vertigini. Potrebbero essere sintomi di problematiche ben più gravi. Diversi studi scientifici hanno individuato la relazione tra acufene e conflitti neurovascolari. Si definisce conflitto neurovascolare la compressione di un nervo cranico da parte di una struttura vascolare, arteriosa o venosa. La maggior parte dei conflitti neuro-vascolari derivano dalla compressione da parte di un’arteria su di un nervo cranico e si realizzano a livello dell’angolo ponto-cerebellare, una complessa regione anatomica del cranio in cui sono contenute numerose strutture quali nervi cranici, arterie e vene.

Tra le sindromi cliniche più frequenti associate a conflitto neurovascolare vi sono le vertigini posizionali ed acufeni (Vestibular Paroxysmia): è una patologia piuttosto rara che si caratterizza per la comparsa improvvisa di attacchi di vertigini della durata variabile da pochi secondi ad alcuni minuti associati o meno alla presenza di acufeni. Durante gli attacchi può essere presente instabilità posturale e difficoltà alla deambulazione. In genere il conflitto si realizza tra il nervo vestibolo-cocleare e l’arteria cerebellare antero-inferiore anche se strutture venose e l’arteria cerebellare postero-inferiore possono essere responsabili della compressione del nervo. Nel caso specifico di acufene o tinnitus da conflitto neuro-vascolare, il nervo cranico interessato è l’VIII o stato-acustico. In caso di interessamento dell’VIII nervo cranico, oltre all’acufene è possibile in alcuni casi evidenziare una ipoacusia o iperacusia e vertigini.

Il trattamento è solitamente chirurgico, si ricorre a tecniche microchirurgiche di competenza neurochirurgica ma esistono possibilità di trattamento farmacologico e/o di tecniche di riabilitazione sonora mediante TRT. La terapia del suono consiste in una stimolazione acustica eseguita con l’ausilio di generatori di suoni, ambientali, personali, amplificatori protesici, i quali determinano un mascheramento totale o parziale dell’acufene. La stimolazione acustica, sfruttando la plasticità neuronale, attiva dei meccanismi di rimodellamento delle vie uditive che si traduce in allenamento e abitudine all’acufene da parte del paziente il quale ottiene un notevole miglioramento della sua qualità di vita. Quindi la TRT è una terapia di riallenamento o di riprogrammazione dei filtri cerebrali, sotto corticali, con finalità di amplificare o attenuare i segnali sonori prima di inviarli al cervello, riducendo o eliminando il fastidio dell’acufene.

A tal proposito volevo raccontarvi la storia molto interessante di un nostro giovanissimo paziente,
arrivato al CSA poiché da parecchi anni riferiva acufene in particolare a destra. Nei primi sei anni dall’insorgenza dell’acufene è riuscito a conviverci, mettendo in atto vari mascheramenti fai da te, ma purtroppo nell’ultimo anno l’intensità si è acuita molto e il paziente non è stato più in grado di controllarlo. Dopo aver raccolto in maniera accurata la sua storia clinica, il paziente è stato sottoposto a diversi esami diagnostici mediante strumenti di ultima generazione. Il risultato di questi esami ha fatto insorgere il dubbio che il paziente potesse essere affetto da patologia vascolare, motivo per il quale abbiamo richiesto l’esecuzione di altri esami diagnostici e radiologici non solo dell’orecchio. I risultati hanno confermato il nostro dubbio e alcune cause di acufene riscontrate in visita: l’arteria cerebellare antero-inferiore (AICA) di destra contatta il pacchetto stato-acustico in sede extracanalare. Altra anomalia rilevata è l’origine fetale dell’arteria cerebrale post sinistra. Ed ancora una dislocazione anteriore di entrambi i condili mandibolari che si mostrano assottigliati.

Quindi verosimilmente la causa dell’acufene del paziente è il conflitto neurovascolare e la concausa l’alterazione cranio-cervico-mandibolare. La sindrome da conflitto neurovascolare è dovuta a un contatto anomalo tra un nervo cranico e una struttura vascolare, arteriosa o venosa, in grado di determinare una disfunzione attiva del nervo .L’arteria cerebellare anteriore inferiore (AICA), è uno dei tre principali vasi che riforniscono di sangue arterioso il cervelletto. L’arteria cerebellare antero-inferiore (AICA) deriva dall’arteria basilare e invia rami anche al canale uditivo interno.

Il nostro paziente nei prossimi giorni si sottoporrà a valutazione neurochirurgica ma abbiamo già stabilito di intraprendere il percorso della riabilitazione sonora mediante dispositivo digitale combinato, in modo da garantirgli un netto miglioramento della qualità della vita. Il paziente era molto soddisfatto perché, finalmente dopo tanto tempo, è riuscito a possedere la formulazione di una diagnosi, così come fiducioso per la possibilità di poter intraprendere un percorso terapeutico valido. Successivamente si sottoporrà anche a riabilitazione osteopatica-ortodontica per la disfunzione cranio-cervico-mandibolare presente che acuisce l’intensità del suo acufene e può nel tempo determinare l’insorgenza di altri sintomi invalidanti.